L’esperienza della dipendenza è fortemente associata al tema del desiderio e del bisogno, impellente, compulsivo, che in certi istanti va in conflitto con il desiderio di sobrietà “adesso basta, smetto!”. Tale confronto a volte è talmente impari da portare la persona a cedere, in un circolo vizioso d’uso, senso di colpa e vergogna.
Tale confronto è impari perché la dipendenza da qualcosa, che può essere una sostanza, la sessualità o acquisti compulsivi rappresenta il tentativo di risolvere un problema, una difficoltà percepita come insormontabile dalla persona. Anzi, l’uso molto spesso è stato vissuto per mesi, tal volta anni, come una luna di miele che permetteva di raggiungere uno stato di equilibrio e benessere. Con il tempo si è imparato, o lo si sta facendo, che la sostanza è come il peggiore degli usurai, che aiuta nel momento del bisogno, permette di estinguere un debito, per poi chiedere in cambio un conto sempre più salato e inestinguibile. La sostanza, in tutte le sue declinazioni, infatti è così appetibile perché rappresenta una chiave per superare un impasse ed entrare entrare in una dimensione più vivibile e sicura.
Ed è quindi importante iniziare da lì, da quello scenario o situazione relazionale nella quale è sorto il desiderio di utilizzare la droga vissuta come unico strumento disponibile per fronteggiare un bisogno. Quel momento è il momento da cui partire per approfondire la conoscenza di sé, andando a comprendere quelle mancanze, di sicurezza, di autostima, di relazioni che portano all’uso e imparare a mettersi alla prova, conoscendo modalità nuove per fronteggiarle senza adoperare quella soluzione così costosa rappresentata dalla droga.
Altre volte l’uso di sostanze ha una funzione diversa, è un potente anestetico che entra in campo per gestire un dolore profondo, sordo che caratterizza la propria quotidianità e che certe volte si fa così forte da diventare ingestibile e da necessitare l’uso. Dietro questo dolore muto sono associate esperienze molto dolorose che possono essere riaffrontate alla presenza rassicurante di uno psicologo per permetterne il superamento. Nel trattamento delle tossicodipendenze può rendersi necessario la collaborazione con uno psichiatra che possa, attraverso un farmaco, aiutare nella gestione dei sintomi dell’astinenza.